Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Romanzo storico)


Pagina 24
1-10- 20-30- 40-50- 60-70- 80-90- 100-110- 120-130

[Indice]

     "Verissimo!" rispose uno degli ascoltatori. "Se fossero entrati questa notte... questo bastone..."
     "Bastone? Armi ci vogliono per quei signori, armi come queste. Io le ho sempre con me, nonostante il balordo ordine delle autorità di Teramo."
     "Bravo. Anch'io le armi le ho sempre con me" disse un terzo. "Quei di Teramo se non sono corrotti, sono matti e questa notte le avrei fatte funzionare a dovere."
     "Allo stesso modo" interruppe un quarto "di quando quei della montagna saccheggiarono, senza molestia, non soltanto la campagna, ma più ancora..."
     "Ma allora fummo sorpresi."
     "Sicuro e questa notte chi è uscito in istrada, quantunque uno di essi, come una sfida, sia entrato qui solo?"
     "Cị che hanno fatto agli altri... ma... ma i contadini tornano dalla campagna."

     "Che succede, paesani?" si domanḍ loro, con agitazione.
     "Fatti gravi. A Campli pare che dopo il saccheggio sia stato preso, con altre personalità, anche il Vescovo. Dopo, come dice questo amico che giunge da Campli, verranno anche qui."
     "Tu vieni da Campli?"
     "Si, da quell'inferno. Prima d'allontanarmi, trovandomi dietro una siepe, da un gruppo di quei forsennati, che passava vicino, chiaramente udivo dire: - Domani andremo a dare una buona lezione all'ingorda Mosciano. Lasceremo tracce profonde del nostro passaggio."
     "Mamma mia! Coś ha inteso dire?"
     "Proprio coś."
     "Secondo te verranno?"
     "Senza dubbio. Molte sono le vande discese dai boschi, affamati come lupi, assetati di sangue."
     Queste notizie, sciogliendo i ciarlieri, capannelli, gettarono nell'abitato nuova confusione, nuovo sgomento.


[Pagina Precedente] - [Indice] - [Pagina Successiva]

Umberto