Umberto Adamoli
I BANDITI DEL MARTESE
(Romanzo storico)


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     Ma le cose non s'erano svolte così, come erano state raccontate.
     Tre uomini della banda di Santuccio per essersi spinti a Campli troppo avanti erano stati catturati. I tentativi dei compagni, per liberarli, erano falliti. Ma al giungere, da Mosciano, della banda dei Montecchi, l'azione fu ripresa con maggiore violenza tanto da poter catturare alcuni avversari, tra cui tre donne. Ciò che si voleva, potendo ora trattare per lo scambio dei prigionieri, ritirandosi intanto i banditi su una vicina collina.
     Ma al Lucidi era riservata una grande sorpresa. Riconosceva in una delle tre donne, che avevano combattute sugli spalti di Campli con grande valore, Barbara Rozzi. Conservava fiero contegno e fieramente rispondeva alle domande che a essa si rivolgevano.

     "Soltanto briganti come voi potevano catturare donne che difendevano, sia pure con le armi, la propria casa, da volgari predoni. Non vi domandiamo pietà, ma rispetto alle nostre persone."
     "E sarete rispettate, quantunque in questo momento tutta Campli palpiti di pietà per voi e nelle vostre famiglie si piangerà sul vostro caso. Vi pensano esposte a tutti i pericoli, vittime di tutti i mali.
     Bandito! Nome esecrato, in persone maledette. Non è vero? Ma noi non siamo, rassicuratevi, i predoni, di cui avete parlato. Nell'animo dei banditi del Martese, non la brutalità, ma palpita la gentilezza. Sanno odiare, ma sanno anche amare."
     "Belle sono le vostre parole, so però che il demonio, per operare il male, prende forma di angelo".
     "Il demonio, non noi e presto ve ne convincerete. Voi domani, in cambio dei nostri prigionieri, sarete restituite alle vostre famiglie. Intanto passerete la notte, in tutta sicurezza, in quella casa di contadini." E vi furono accompagnate, ove furono accolte, perché conosciute, affettuosamente.


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Umberto