Un piccolo tesoro
Vide duo vecchie madie, vuote; una pentola rovesciata sopra una mensola; una scatola di fiammiferi presso al focolare; una scatola di latta che aveva contenuto del sugo e una bottiglia vuota sopra una tavola; degli stracci in un angolo. Vicino ad una madia scoprì il tesoro: un sacchetto pieno di farina di granturco. Ne prese una manciata e se ne riempì la bocca, poi ne colmò una tasca, si mise la bottiglia vuota e la scatola di fiammiferi nell'altra, e pagò. Aveva ricevuto due giorni prima lo stipendio da ufficiale prigioniero, tirò fuori una corona e la lasciò sul sacchetto.
Il sentiero che egli seguì allontanandosi saliva serpeggiando nei boschi verso il passo, e sembrava frequentato a giudicare dalle orme sul fango ancora fresco. Perciò l'aviatore lo fiancheggiava tenendosi fra gli alberi. Si guardava sempre intorno, guardingo.
Più volte aveva scorto qualche pastore lontano, nelle radure, e diffidava. Improvvisamente udì una voce. A venti passi da lui un vecchio montanaro barbuto si avvicinava aizzandogli contro il suo grosso cane. Il fuggiasco si mise a correre e s'internò nel bosco; ma dopo un po dové ricercare il sentiero per dirigersi, e sboccandovi si trovò nelle vicinanze di una specie di piccolo villaggio, fatto di casupole di legno dai tetti acuminati, poste intorno ad una sola casa di muro.
Il villaggio forse Turkplanina pareva disabitato. Sorgeva in una conca pittoresca profumata di ciclamini, dominata dalle vette rocciose immani di un anfiteatro di montagne. L'aviatore si trovava a cinquanta passi dall'abitato e ristava perplesso, studiando i luoghi, quando la porta della casa di muro si schiuse e ne uscirono tre soldati austriaci, incappottati, il fucile dietro alle spalle la pipa in bocca. Voltarono l'angolo, uno dietro all'altro, senza guardare, e si misero a salire il sentiero verso il passo. Era la strada che il fuggiasco doveva percorrere. Lentamente, per non rischiare di raggiungerli, egli li seguì, sempre tenendosi fra gli alberi. Il cielo era minaccioso, la sera si avvicinava, grigia e solenne.
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