Più in alto, l'aviatore intravide sulla strada degli alberghi chiusi, eretti su erbosi ripiani, con le loro dipendenze, la chiesetta: si vede che la valle del Bistrica è un luogo di villeggiatura che la guerra ha spopolato. I soldati austriaci erano scomparsi. L'italiano li credeva ben lontani, quando li ritrovò quasi alla fine dei boschi. S'era messo a piovigginare, e i soldati s'erano fermati al bordo del sentiero, seduti su dei sassi, raccolti fraternamente, sotto ad un grande ombrello aperto, e conversavano con due ragazzi, due pastori le cui capre pascolavano intorno.
Scoperto da una pattuglia
L'italiano non immaginava allora di assistere al cambio della guardia al passo di Luknia. Sfuggito alla pattuglia che saliva egli era destinato ad incontrare la pattuglia che scendeva.
La strada Balza al valico serpeggiando su per ghiaioni che sembrano formati dai detriti di un crollo di monti. A sinistra i nevai del Tricorno allungano le loro striature bianche sin quasi al sentiero. Al momento in cui stava per arrischiarsi sulla strada tortuosa e scoperta, il fuggiasco scorse tre uomini che venivano giù. Si nascose. Sperava che proseguissero la discesa per la valle. I tre, sui quali riconobbe l'uniforme nemica, si fermarono ad una capanna, quasi sulla strada. Poi ne riuscirono, accesero un fuoco all'aperto, e vi si accoccolarono intorno parlando fra loro ad alta voce.
L'aviatore si inerpico fra le rocce, verso i nevai, per raggiungere il sentiero più in alto, con un gran giro. Contava anche sulla ombra della sera. Compì la sua scalata senza essere scorto, arrivò alla strada, si avviò al valico. Era fuggito.
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