Per questo l'umorista è sempre un originale e non è facile che tutti lo apprezzino e lo capiscano. Personaggi di acuta intelligenza e di elevata sensibilità hanno espresso apprezzamento per l'umorismo.
Sempre il "triste" Leopardi (26, p. 4391) sottolineava "l'utilità del ridicolo" e rilevava che chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo.
Ma il ridere dell'umorista non è un ridere qualunque. E' evidente il collegamento tra umorismo e sfera linguistica. Si ride infatti dell'impiego creativo del linguaggio e dei prodotti della fantasia verbale.
Un esame delle complesse articolazioni del riso nell'ambito dell'umano discorso, evidenzia i giochi umoristici della polisemia, dell'omonimia, della confusione tra significante e significato, della dissociazione e della simmetria verbale. Ride insomma solo chi parla e chi pensa: per questo si può vedere nel riso un importante fattore di crescita personale. Nell'analisi del discorso si può anche sorridere e non solo affaticarsi con gli esercizi metalinguistici.
Anche quell'importante elemento costitutivo dell'essenzialità umana che è la libertà, trova nel ridere dell'uomo uno strumento di rinforzo e di difesa. Si può dire infatti che l'umorista non sarà mai schiavo e che potrà perfino detronizzare i suoi persecutori scoprendone la nudità di fronte alla folla ("Il re è nudo" di Andersen) e facendoli precipitare nel ridicolo.
L'umorista sa illustrare la debolezza degli assolutismi dogmatici d'ogni genere. E' il nemico invincibile degli autocrati, dei plenipotenziari del pensiero, dei terroristi dell'ideologia. Ciò non appare simboleggiato anche nel "libro-antilibro" di Pinocchio? "Un libro straordinario nel senso di fuori dall'ordinario? Un libro nel quale Collodi ha messo una serie ragguardevolissima di contraddizioni formali e contenutistiche oltre alle sue ossessioni"? (8, p. 78).
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