Giuseppe Di Febo
Psicopedagogia dell'umorismo


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     Le disgrazie di Pinocchio sono disgrazie, ma fanno ridere, perché sdrammatizzate dall'ironia, perché poste in un contesto irreale, dove la forma viene creata e non imitata come esige invece la retorica*'lo stallo delle cosiddette cose serie.
     Che i dittatori politici non stiano agli scherzi è cosa anche troppo nota. C'è chi si è guadagnato il lager e la Siberia con i propri motti di spirito. Ma è anche vero che il senso dell'umorismo ha spesso liberato lo spirito nel corpo prigioniero. Dalle pagine autorevoli di Giovanni Maria Bertin, in cui si rivendica l'importanza di un'educazione al comico e all'umoristico rileviamo che bisogna "liberare inclinazioni e propensioni individuali e collettive, dalle pressioni e dalle deformazioni della coscienza egocentrica"
     Per quanto riguarda il fattore intellettuale, l'umorismo offre importanti stimoli allo sviluppo cognitivo. Privato dell'umorismo l'uomo potrebbe crescere solo come un'intelligenza meccanica: alla maniera del computer e del robot che non impareranno a ridere mai. Nel momento umoristico si acuisce lo spirito di osservazione e di riflessione. Non solo. L'umorismo impegna l'immaginazione alimentando la disinvoltura intellettuale e la ricerca di significati nuovi nell'accostamento ai diversi piani di realtà. E' questo tipo di immaginazione creativa che, trascendendo la banalità, consente di costruire con la mente ciò che è inusuale. La logica dell'umorista non è ancora a rigide sovrastrutture ed è propria di colui che ha imparato a giocare col suo pensiero.