Giuseppe Di Febo
Psicopedagogia dell'umorismo


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     Un altro rischio nell'uso dell'umorismo da parte dell'insegnante è quello di vederlo trasformarsi in clown.
     Visto che l'umorismo sprigiona il riso e che il riso può rinforzare il comportamento comico, si può essere tentati di ripeterlo ad oltranza. In questo caso, invece di diminuire la distanza psicologica, l'insegnante l'aumenterà in un'altra direzione. Non soltanto verrà percepito come qualcuno di esterno, ma anche come "bizzarro", "ridicolo", "strambo", in altri termini qualcuno che non si deve prendere sul serio.
     In pratica si tratta di ridere con qualcuno e non di qualcuno. Allora sì che l'umorismo aiuta a concentrarsi e ad imparare meglio, si è più rilassati e più attenti, più attratti da ciò che si dice.
     La nostra percezione di un individuo si forma a partire dalle nostre prime interazioni con lui. E' sufficiente vedere qualcuno per strada, o guardare una fotografia o anche solo sentire un nome, per farsi una certa opinione sulla persona. Evidentemente questa opinione si evolverà nel corso delle nostre interazioni con questa persona. Tuttavia la prima impressione ha un ruolo importante. Determina in un certo modo i nostri rapporti futuri con l'altro.
     La percezione dell'altro influenza il nostro desiderio di conoscerlo meglio o al contrario di evitarlo. Per formarci un'impressione che riguarda gli altri, usiamo tutta una serie d'indizi. Questi indizi variano da un individuo all'altro, a seconda dell'esperienza di ognuno, ma le ricerche in psicologia sociale hanno messo in evidenza il fatto che la maggior parte di noi dà più importanza a certi indizi rispetto ad altri.