Giuseppe Di Febo
Psicopedagogia dell'umorismo


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     Per questa ragione occorre superare la paura del ridicolo. L'umorismo è d'altra parte accompagnato da "segnali" che indicano che la situazione descritta non è "per davvero" e quindi si possono lasciare per un momento da parte le costrizioni del pensiero razionale. Questi segnali sono di diversa natura e fanno parte di una specie d'intesa interpersonale; quando iniziamo a raccontare una barzelletta, possiamo cominciare con "ve ne racconto una bella"; oppure possiamo sorridere, o far capire, ammiccando con gli occhi, che si tratta di qualcosa che non è "per davvero". Questi segnali ci permettono di allontanarci dal pensiero logico senza apparire ridicoli, o peggio, un po' strambi. Non dimentichiamo che le idee congrue e l'allontanamento del pensiero razionale non sono soltanto i segni distintivi dell'umorismo e della creatività: anche la psicopatologia in alcune sue forme è un allontanamento dal pensiero logico. Il pensiero schizofrenico con il suo distacco dal reale, non ci fa ridere perché sappiamo che la schizofrenia prende l'irreale per la realtà. L'umorismo, lo sappiamo grazie ai "segnali" e al contesto, non è che un allontanamento momentaneo dal reale, una specie di breve vacanza che ci prendiamo allontanandoci temporaneamente dal pensiero logico. L'umorismo quindi è un elemento che si può prendere in considerazione in un programma che ha come obiettivo lo sviluppo del pensiero creativo.