Con l'aiuto di questi "strumenti" può non soltanto far diminuire la frustrazione e le tendenze a reagire aggressivamente ma anche rendere più gradevole l'atmosfera della classe.
La teoria di Bergson, come abbiamo visto nel primo capitolo, mette l'accento sul ruolo sociale del riso. Secondo Bergson, quando una persona fa qualcosa di contrario a quello che il buon adattamento sociale presuppone che lei faccia, suscita il riso. Esso è quindi visto in una funzione educatrice: fare qualcosa in modo scorretto provocherà una presa in giro. La persona presa in giro cercherà di non ripetere più il comportamento così deriso. Inoltre la paura della punizione farà riflettere prima di agire, perché il timore di essere ridicolizzato è certamente un timore reale. E' una altra possibilità per studiare l'influenza dell'umorismo sui problemi di disciplina in classe, ma si tratta di un aspetto estremamente pericoloso dell'umorismo che anche provocando il riso, ferisce profondamente la persona, o il gruppo al quale si riferisce. Le persone possono accettare i rimproveri ma non possono sopportare di essere il bersaglio di una risata: sono pronte ad essere cattive ma non vogliono' sembrare ridicole.
Se Bergson aveva ragione, il fatto che questo tipo di comportamento diventi l'oggetto delle risate degli altri, "punisce" colui che disturba la classe. La punizione, o anche la paura, potrebbero eliminare il comportamento disadattato. E' possibile che l'umorismo abbia un simile effetto.
Alcuni insegnanti ne sono consapevoli e lo utilizzano sotto forma d'ironia o di sarcasmo diretto verso gli allievi il cui comportamento lascia a desiderare; però l'utilizzazione del sarcasmo da parte dell'insegnante può portare a risultati del tutto opposti a quanto si aspettava, perché questo insegnante può perdere l'affetto dei suoi allievi.
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