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Venti anni dopo (volume 2)

Alessadro Dumas (padre)
Fratelli Treves Editori Milano, 1929, pagine 272

Digitalizzazione OCR e Pubblicazione
a cura di Federico Adamoli

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   avuto da A^os ]a più sapiente e la più divertente delle guide.
   Un altro ricordo rattristava ancora Raoul : arrivati a Louvres, egli aveva visto, perduto dietro una cortina di pioppi, un piccolo castello che gli aveva subito ricordato quello di La Vallière, ed egli era rimasto a guardarlo quasi dieci minuti, ed aveva ripreso la strada sospirando, senza neanche rispondere ad Oliviero che l'aveva interrogato rispettosamente sulla causa di questa attenzione.
   L'aspetto degli oggetti esteriori è un misterioso conduttore, che corrisponde alle fibre della memoria e va a risvegliarle talvolta nostro malgrado; una volta risvegliato questo filo, come quello di Arianna 1), ci conduce in un labirinto di pensieri in cui ci si impegna seguendo quell'ombra del passato che si chiama ricordo. Ora, la vista di quel castello aveva fatto ritornare Raoul a cinquanta leghe dal lato d'occidente, e gli aveva fatto rifare la sua strada, dal momento in cui aveva preso commiato dalla sua piccola Luisa fino a quello in cui essa l'aveva veduto per la prima volta; ed ogni boschetto di quercia, ogni banderuola intravista sopra qualche tetto d'ardesia, gli rammentava che invece di ritornare verso i suoi amici d'infanzia, se ne allontanava ogni momento più, e che for-s'anche li aveva lasciati per sempre.
   Col cuore gonfio, e la testa pesante, comandò ad Oliviero di condurre i cavalli ad un piccolo albergo che vedeva a caso a mezzo tiro di moschetto circa dal luogo ov'era. Egli poi pose piede a terra, si fermò sotto un bel gruppo di castagni in fiore, intorno ai quali mormorava uno sciame di api, e disse ad Oliviero di fargli portare dall'oste carta e calamaio sopra un tavolino che sembrava messo apposta lì per iscrivere.
   Oliviero ubbidì e continuò la sua strada, mentre Raoul sedeva col gomito appoggiato su quella tavola, collo sguardo perduto vagamente su quel delizioso paesaggio tutto cosparso di campi verdi e di gruppi d'alberi, e facendo cader di quando in quando 6ui suoi capelli quei fiori che discendevano sul suo capo come fiocchi di neve.
   Erano circa dieci minuti che Raoul si trovava colà, perduto nelle sue fantasticherie, allorché nella cerchia abbracciata dal suo sguardo distratto, vide muoversi una figura
   1) Arianna, figlia di Minosse, re di Creta. La favola vuole ohe abbia fatto fuggire Teseo dal labirinto pòr mezzo di un gomitolo di filo.