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^Aran^ bagnò una salvietta nell'acqua e l'applicò sulla ¦Diaffa • la freschezza fé' tornare in se il ferito, che riaperse gli occhi una seconda volta.
Guardò meravigliato que' sopravvenuti che parevano compiangerlo, e che per quanto era in loro potere, studiavansi recargli soccorso.
_ iSiete con amici,--disse Athos in inglese, -— rassicuratevi, e se ne avete la forza, diteci quello che v'è accaduto.
— Il re... — mormorò il ferito, — il re è prigioniero.
— Lo vedeste? — domandò Aramis nella stessa lingua.
L'uomo non rispose.
— Siate tranquillo, — riprese Athos, — siam fedeli servitori di Sua Maestà.
— È vero quanto mi dite ? — domandò il ferito.
— Sul nostro onore di gentiluomini.
— Allora posso raccontarvi?
— Raccontate.
— Sono il fratello di Parry, cameriere di Sua Maestà.
Athos ed Aramis si ricordarono essere questo il nome
che de Winter aveva dato al servo trovato nel corridoio della tenda reale.
— Lo conosciamo, — disse Athos; — quel fedele non abbandonava mai il re!
— Or bene, vedendo il re prigioniero., pensò a me; passavano davanti alla casa: chiesi in nome del re a chi l'accompagnava che vi si fermassero. La domanda fu esaudita. Il re, dicevasi, aveva fame; lo si fece entrare nella stanza in cui sono, e collocaronsi sentinelle alle porte ed alle finestre. Parry conosceva questa' camera, perchè parecchie volte, mentre Sua Maestà trovavasi a Newcastle, era venuto a trovarmi. Sapeva che in questa camera eravi una botola, che questa botola con duceva in un sotterraneo ed il sotterraneo al frutteto. Ei mi fé' un segno che compresi. Ma questo segno fu certamente intercettato dai guardiani e li mise in sospetto. Ignorando che si dubitasse di qualchJ sa, non ebbi più che un desiderio, quello di salvar Sj, Maestà. Feci dunque mostra d'uscire per cercar della lei! - , e pensando che non v'era tempo da perdere entrai n('); passaggio sotterraneo che conduceva alla cantina, ed alla cfuale corri-