3) Funzione operativa
Traduce quotidianamente i programmi e le politiche definiti sottoponendoli a continua verifica per un tempestivo adeguamento ai mutamenti esterni ed interni, concernenti cioè l'ambiente esterno e l'organizzazione aziendale.
E' appena il caso di precisare come le tre funzioni sopra descritte non solo non hanno livelli diversi di importanza, ma neppure si possono collocare in ordine cronologico di successione, giacché, come si è per esempio detto prima, la funzione operativa attua i piani e le politiche elaborati dalle altre due funzioni, ma contemporaneamente fornisce ad esse le indicazioni circa i fenomeni che costituiranno l'oggetto della loro attività.
Fin qui ci siamo però limitati ad una esposizione definitoria e classificatoria che dobbiamo animare evidenziando il nuovo spazio che la DdP è effettivamente riuscita a ritagliarsi assumendo le vesti di un interlocutore di primo piano del mondo aziendale. E la fase ultima di quel processo di evoluzione che abbiamo tracciato nel paragrafo precedente e di cui cerchiamo ora di cogliere i risvolti più significativi. La DdP come organo aziendale è da tempo 'presente alle scelte di fondo dell'azienda, ma solitamente il suo contributo è stato interpretato come un semplice meccanismo di mediazione teso ad assorbire o risolvere quella serie di tensioni o di conflitti tra le condizioni socio-culturali della forza lavora e le forma specifiche di impiego di questa da parte dell'organizzazione. In altri termini essa si limitava ad intervenire sugli effetti (disagi e conflitti di lavoro ) e non sulle cause (le scelte operate dal vertice aziendale).
|