Ma prima di affrontare gli aspetti specifici della pianificazione della formazione è opportuno rilevare quali connotati e difetti presenti la formazione, oggi, nelle aziende italiane.
In Italia i temi di discussione concernenti la formazione in azienda si concentrano inspiegabilmente solo sulla fase di attuazione, cioè operativa dell'attività formativa. Prevalentemente si parla delle metodologie didattiche adottate, di quali risulti la più efficace in riferimento alle diverse circostanze formative. Si discute del contenuto dell'attività formativa e dei modelli formativi da applicare.
Tutto ciò porta a trascurare due momenti del ciclo formativo, rispettivamente a monte e a valle della fase di pianificazione ed attuazione e dalla quale trascuratezza derivano pericoli esiziali per il successo dell'esperienza formativa. Stiamo parlando dell'analisi dei bisogni formativi e della valutazione dei risultati, nei confronti delle quali è palese l'atteggiamento di sottovalutazione formatosi in campo alle aziende.
Finché il problema della formazione non verrà affrontato con una prospettiva così ampia allora le aziende continueranno a subire uno spreco di risorse che avrebbero potuto avere una diversa destinazione.
Uno studioso italiano, Bruno Maggi, ha proposto un'espressione: "formazione apparente" (che non deve diventare uno slogan ma solo uno stimolo per ulteriori ricerche) per descrivere tutti quegl'interventi formativi non rispondenti ai bisogni e agli obiettivi degli attori e delle organizzazioni. In questa nuova ottica, che stenta a diffondersi nell'impostazione dell'attività di formazione, le fasi terminali assurgono a momenti topici dell'intero ciclo formativo. In netto contrasto quindi con l'atteggiamento pervasivo di privilegiare gli aspetti principali della fase di progettazione e di attuazione dell'attività formativa.
|