Per fortuna non tutti sono pazzi e voi, con il vostro atto, lo avete bene dimostrato. Atto di grande saggezza, che prelude ad altri favorevoli eventi. Ma, per la vittoria finale, altro aspettiamo da voi.
LUCENTI - (che poco ha capito del sermoncino) Da noi?
PRESIDE - Voi che conoscete i banditi e i loro covi, potreste rendere alla buona causa un prezioso servizio.
(Il Segretario segue con una certa curiosa espressione la curiosa discussione)
LUCENTI - Noi? Non ho capito.
PRESIDE - Comprendo, comprendo i vostri timori. Ma voi, vestendo la divisa dei nostri bravi calabresi indultati, non sareste riconosciuti. Ottomila ducati ornano la testa dei capi. Oro, oro, vero signore del mondo: oro e libertà.
LUCENTI - Evidentemente vi è stato tra noi un malinteso. Noi non desideriamo l'oro del tradimento. Non desideriamo che onestà di atti e libertà.
PRESIDE - Nulla in contrario. Solo volevamo dare a voi il modo, dopo tante sofferenze, di godere un po' la vita, che è tanto breve.
LUCENTI - Grazie. Più che i godimenti, offerto dall'oro, non povera gente amiamo l'onore, punto primo della vita.
PRESIDE - (che reprime a stento la contrarietà) Non possiamo ancora intenderci. E' un vero peccato. Ma a un'altra volta, a un'altra volta.
LUCENTI - Posso andare?
PRESIDE - Andate, andate pure.
(Lucenti, salutato, se ne va).
PRESIDE - (rivolgendosi al Segretario) Includete anche questa canaglia nell'elenco di coloro che dovranno viaggiare per la darsena di Napoli.
SEGRETARIO - Ancora una volta ho avuto ragione, Preside. Conosco bene questa gente.
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