(segue) Discorso di Trieste
(20 settembre 1920)
[Inizio scritto]

      Quello cui ci opponiamo noi fascisti è la mascheratura bolscevica del socialismo italiano. È strano che una razza che ha avuto Pisacane e Mazzini vada a cercare i vangeli prima in Germania e poi in Russia. Bisognerebbe studiare un po' Pisacane e Mazzini e si vedrebbe che alcune delle verità che si pretendono rivelate dalla Russia non sono che verità già consacrate nei libri dei nostri grandi maestri italiani. Ma infine come pensate che il comunismo sia possibile in Italia il paese più individualista del mondo? Questo è possibile dove ogni uomo è un numero ma non in Italia dove ogni uomo è un individuo anzi una individualità. Ma poi cari signori esiste ancora in Russia questo bolscevismo? Non esiste più. Non più consigli di fabbrica ma dittatori di fabbrica; non 8 ore di lavoro ma 12; non eguaglianza di salari ma 35 categorie di salari; non secondo il bisogno ma secondo i meriti. Non c'è in Russia nemmeno quella libertà che ha l'Italia. C'è una dittatura del proletariato? No! C'è una dittatura dei socialisti? No! C'è una dittatura di pochi uomini intellettuali non operai appartenenti ad una frazione del partito socialista combattuta da tutte le altre frazioni.
      Questa dittatura di pochi uomini è quella che si chiama il bolscevismo. Ora in Italia noi non ne vogliamo sapere e gli stessi socialisti compresi quelli che hanno veduto la Russia quando voi li interrogate riconoscono che non si può trapiantare in Italia quello che va male in Russia. Solamente hanno il torto di non dirlo apertamente hanno il torto di giocare sull'equivoco e di mistificare le masse. Ripetiamo noi non siamo contrari alle masse operaie perché esse sono necessarie alla nazione sono necessarie sacrosantamente necessarie. I venti milioni di italiani che lavorano col braccio hanno il diritto di difendere i loro interessi. Quella che noi combattiamo è la mistificazione dei politicanti a danno delle classi operaie; noi combattiamo questi nuovi preti in mala fede che promettono un paradiso nel quale non credono neppure essi. Quelli che a Trieste fanno i bolscevichi più accesi lo fanno semplicemente per rendersi simpatici alle masse slave che abitano qui vicino. (Applausi fragorosi).

(segue...)