(segue) Secondo discorso di Trieste
(6 febbraio 1921)
[Inizio scritto]
Dal trattato di S. Germano è
uscita l'attuale repubblica austriaca. Può vivere così
com'è formata? Generalmente si opina di no. Rimane l'ipotesi
di una confederazione danubiana sull'asse Vienna-Budapest ma la
«Piccola Intesa»
composta degli eredi
vigila a che non
si ritorni
sotto una forma o l'altra
all'antico.
Noi pensiamo che
per forza di
cose
a una Confederazione economica danubiana
presto o tardi
ci si
arriverà e allora le condizioni dell'Austria e in particolar
modo quelle di Vienna
ne verrebbero migliorate
sino ad attenuare il
movimento annessionistico pro-Germania. Dal punto di vista della
giustizia
e quando ci fosse una manifesta e chiara volontà di
popolo
l'Austria avrebbe diritto di «alienarsi» alla
Germania. Questa ipotesi non ci può lasciar indifferenti
per
via del confine al Brennero
questione di vita o di morte
per la
sicurezza della valle padana. Un'Austria affamata ed elemosinante
non può scatenare un irredentismo pericoloso contro di noi;
unita alla Germania
la questione dell'Alto Adige si farebbe
certissimamente più acuta. Quanto all'Ungheria essa può
attendere una ragionevole revisione del Trattato che la mutilava da
ogni parte. Bisogna però aggiungere che il capitolo «Fiume»
è definitivamente sepolto nella storia ungherese. In tutto il
mondo balcanico esistono focolai d'infezione di nuove guerre.
Citiamo: Montenegro
Albania. Siamo per la indipendenza del primo e
della seconda
se dimostrerà di saperla godere. Macedonia che
è bulgara (1.181.000 bulgari
di fronte a 499.000 turchi ed a
228.000 greci). La Bulgaria ha diritto a un porto sull'Egeo. È
questo di un interesse capitale per l'espansione economica italiana
in Bulgaria. Il trattato di Sevres ha massacrato la Turchia
per
iperbolizzare la Grecia di Venizelos e di Costantino che ha dato alla
guerra europea il sacrificio di ben 787 «euzoni».
Pensiamo che per ciò che riguarda il Mediterraneo Orientale
l'Italia debba seguire una politica piuttosto turcofila.
(segue...)
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