(segue) Sintesi della politica fascista
(18 novembre 1925)
[Inizio scritto]
Questa non è tutta l'opera
del Governo. Il Governo che, come già dissi alla Scala, si
considera lo stato maggiore della Nazione, la quale a sua volta è
considerata come un esercito in marcia, ha anche nella politica
interna ottenuto dei risultati notevoli.
A questo punto io voglio dire una
parola di elogio ai miei collaboratori. Non l'ho mai fatto
pubblicamente in quest'aula e debbo, dunque, dopo tre anni di regime
fascista, mentre ci avviamo al quarto dei 60 preventivati, la mia
parola di plauso fraterno ai miei collaboratori. E in prima linea
voglio mettere il ministro degli Interni on. Federzoni che tiene con
solido pugno le redini della politica interna, e coi suoi disegni di
legge, specialmente con quello del podestà, ha dato un altro
colpo mortale a 30 o 40 anni di miserabile pratica suffragista!
Voglio dopo di lui ricordare il
guardasigilli onorevole Rocco, il quale ha la grande ventura di
applicare da ministro tutto ciò che egli ha maturato da
studioso. A lui si deve in massima parte lo sviluppo legislativo
della rivoluzione fascista. Poi viene il navigatore di Buccari che,
continuando nella saggia politica instaurata dal Governo fascista, in
soli tre anni ha dato questi risultati al mondo civile, e il mondo
civile li medita: da un miliardo e 250 milioni di deficit nelle
Ferrovie, siamo oggi a 176 milioni di attivo.
Nelle colonie noi continuiamo
l'opera di sviluppo delle iniziative economiche. Il quadrumviro De
Vecchi sta ponendo le solide basi della potenza italiana nella
Somalia del Nord; la Tripolitania è pienamente pacificata; la
Cirenaica è una colonia di grande sviluppo.
Ora dovrei parlare degli altri
ministri, ma voi mi consentirete che per modestia non ne faccia
cenno. Però debbo una parola di fraterna simpatia ai tre
sottosegretari all'Esercito, alla Marina e all'Aviazione, che sono
qualcosa di più di semplici sottosegretari e che mi danno il
loro valido, cordiale, quotidiano aiuto.
(segue...)
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