(segue) XXIV Maggio
(23 maggio 1933)
[Inizio scritto]
Le armate alleate del Maresciallo
di campo Arciduca Eugenio, con indefesso inseguimento, hanno puntato
ieri sino al fiume Livenza. Il nemico oppose ovunque la più
accanita resistenza. A sud di Tolmezzo, dietro la nostra fronte, con
l'appoggio delle opere di San Simeone, un valoroso gruppo italiano,
sotto gli ordini del Comandante la 36a Divisione, poté
sostenersi, durante parecchi giorni, contro gli attacchi avvolgenti
delle nostre truppe da montagna e dei cacciatori germanici. Solo ieri
l'altro a sera, le artiglierie italiane sospesero il loro fuoco; ieri
il nemico, completamente tagliato fuori, fece saltare le opere di
difesa e i suoi tentativi per aprirsi un varco fallirono. Dopo
onorevole lotta, l'avversario, forte di alcune migliaia di uomini,
depose le armi.
Bollettino germanico stessa data 8
novembre:
Le colonne d'assalto mediante
manovra aggirante tagliarono la ritirata al nemico che ancora si
difende con accanimento sul medio Tagliamento fra Tolmezzo e Gemona.
Questi comunicati nemici
ristabiliscono la verità storica: quello di Caporetto fu un
rovescio militare, simile a quello subito da altri eserciti. Nel
marzo del 1918 non fu «polverizzata» la 5a Armata inglese
comandata dal generale Gough? Che cosa accadde al 17° Corpo
d'Armata tedesco comandato da Mackensen a Gumbinnen? Sorprese da un
fuoco tambureggiante dell'artiglieria russa le truppe tedesche —
senza essere attaccate dai russi — fuggirono in preda a un
«panico spaventoso» a più di 15 chilometri dal
campo di battaglia. «La relazione» ufficiale tedesca
ammette che le truppe avevano perduto la loro saldezza e la
monografia ufficiale sulla battaglia di Tannenberg aggiunge che molti
dispersi del 17° Corpo d'Armata furono rastrellati a Danzica,
cioè a 250 chilometri in linea d'aria dal campo di battaglia!
E nel maggio dell'anno 1918, non ci fu allo Chemin des Dames, un
terribile rovescio militare dei francesi quando, come racconta il
generale Mordacq, Capo Gabinetto di Clemenceau, unità intere,
reggimenti, brigate e persino divisioni erano scomparse nella bufera
e le divisioni mandate a riparare la falla non tardavano anch'esse a
sbriciolarsi e trasformarsi in polvere? Un anno prima, sempre in
Francia, dopo l'offensiva di Nivelle non c'era stato un vasto moto di
disgregazione dell'esercito francese, che aveva coinvolto ben 75
reggimenti di fanteria e altri 24 reggimenti di armi diverse? E che
cosa accadde all'esercito germanico, nell'agosto del 1918, se
Ludendorff parla di una giornata «nera»?
(segue...)
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