DALL‘ ARCHIVIO STORICO DELLE PARROCCHIE DI INDOVERO CON NARRO
La Serenissima e La Valsassina.
Negli archivi storici di queste parrocchie si trovano documenti di grande rilevanza per la vita economica e culturale di queste terre che testimoniano l’esistenza di un importante flusso migratorio valsassinese verso Venezia, costituito soprattutto da lavoratori del ferro.
Agli inizi del ‘500, i fabbri dell’alta valle (Narro-Premana) costituivano già un’importante colonia, e quasi un secolo dopo i valsassinesi a Venezia sono possidenti, stilano atti notarili e testamenti. Molti sono titolari di bottega o addirittura sovrintendenti di Scuole e Corporazioni. Preziose indicazioni, a conferma dell’importanza dei collegamenti con Venezia, sono fornite da Antonio Bellati nel suo scritto “L’Emigrazione valsassinese a Venezia“.
“La storia ci racconta che i fabbri lombardi fondarono a Venezia fin dal 1200 una loro scuola nei pressi della Chiesa di San Moisè, nei pressi di Piazza San Marco, dove ancora oggi si trova una ”Calle della Scuola del fabbri“, che aveva al primo piano la sala del Capitolo, con un altare ligneo dorato. Nel 1773 l’arte dei Fravi (fabbri) contava a Venezia 224 botteghe con 573 iscritti tra capi-mastri, lavoranti e garzoni. Tra le associazioni di arti e mestieri, dette a Venezia Scuole minori, la scuola dei fabbri era una delle più antiche e numerose, si ha notizia dell’esistenza di una corporazione di fabbri già intorno all’anno 1000….”
Innumerevoli manufatti di grandi maestri ferrai valsassinesi rimangono testimoni nelle calli veneziane in chiese e monumenti, armi conservate a Palazzo Ducale, nelle imbarcazioni e costruzioni navali, nelle opere architettoniche, sia nelle parti strutturali che in tutti quei manufatti che sono elementi decorativi, strumenti chirurgici all’Ospedale Civile, decorazioni sulla Torre dell’Orologio, tiranti in ferro del famosissimo Ponte di Rialto e i ferri da gondola che venivano forgiati a Premana (vicina a Narro, posta sotto il Pizzo dei Tre Signori) e riportati a Venezia, fino alle casseforti di alcuni istituti bancari e alle recenti decorazioni del ricostruito Teatro della Fenice.
Circa una trentina di cognomi di famiglie, oggi stabilmente residenti a Venezia, sono di origine valsassinese.
|