Celti, primi abitatori della Valle…
Non erano barbari, ma un popolo evoluto e colto che conosceva avanzate tecniche agricole, che costituì città e coniò monete, ebbe una spiritualità molto elevata legata al mondo della natura e alle forze cosmiche, un grande senso dell’onore e della libertà, una civiltà che ha lasciato numerose testimonianze di grande abilità artistica. Alcune di queste sono presenti nel “De Bello Gallico” di Giulio Cesare e in altre fonti classiche, era un popolo molto civile, pacifico e molto legato alla natura da rispettarla in tutte le sue espressioni; questo loro aspetto viene spesso associato a quello dei nativi d’America.
La natura una cosa viva ed in continua evoluzione, quindi, la cultura era tramandata a memoria, lo scrivere significava congelare un concetto impedendone l’evoluzione. Tutto il sapere veniva insegnato ai giovani oralmente e imparato a memoria. Le donne erano molto libere e coraggiose, amavano la musica, la danza, si curavano con le piante e la cromoterapia e si credeva nel potere terapeutico di determinate acque. I Celti non edificavano templi poiché per loro la natura stessa era un tempio. Boschi, laghi, sorgenti erano tutti luoghi in cui ci si poteva mettere in contatto con il divino. Il luogo sacro per eccellenza era il bosco, qui costruivano i loro villaggi per sentirsi protetti, ritenevano sacre molte piante, come la Betulla, la Quercia , il Vischio che usavano mettere sopra la porta delle loro abitazioni perché rappresentava la rigenerazione della vita ed è sorprendente come, la magica sacralità arcaica del mondo boschivo alpestre, riecheggi in ogni angolo di questa valle, dopo millenni, da essere presente ancora oggi nel loro modo di vivere, nelle usanze, costumi e soprattutto nelle loro tradizioni. E’ incredibile la quantità di luoghi, paesi che portano nomi derivati dalla lingua celtica, lo stesso vale anche per oggetti, immagini simboli pagani che si possono trovare ovunque disegnati o dipinti, ad attirare la nostra attenzione sono state delle rose celtiche scolpite su architravi di vecchi ruderi e delle croci azzurre disegnate sulle facciate di vecchie stalle, ( l’azzurro era il colore preferito dai celti ) esse dovevano proteggere gli animali e assicurare la produzione del latte, in alcuni paesi tra cui Narro, era considerata un simbolo di pace e benevolenza e veniva offerta come segno di amicizia e riconciliazione dopo una lite.
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