I primi decenni del secolo XVII furono caratterizzati da disastrose calamità che segnarono duramente tutto il territorio : la calata dei Lanzichenecchi(1629) e il diffondersi della peste con le sue nefaste conseguenze. Le truppe risalendo la valle in direzione di Lecco alloggiarono a Codesino, Casargo e Somadino risparmiando per fortuna le frazioni di Narro e Indovero, situate più in alto verso la montagna del Monte Muggio. E’ la famosa peste manzoniana resa celebre nei “Promessi sposi”.
Sostituitasi l’Austria alla Spagna rifiorì l’industria del ferro e s’introdusse quella della seta.
Nel 1674, in occasione di una revisione per aggiornamenti alle nuove necessità, gli statuti, su richiesta dei delegati dell’alta Valsassina, furono tradotti e pubblicati in lingua italiana.
Le disposizioni in essi contenute rimasero valide fino al 1700.
Gli Statuti regolavano la vita della valle definendo le modalità di elezione, i poteri e la durata delle cariche dei diversi organismi elettivi ed esecutivi.
Con essi erano altresì regolamentati i diritti di proprietà e di godimenti dei beni demaniali, la manutenzione delle strade l’osservanza delle feste, il funzionamento delle carceri, i pesi e le misure, il controllo della pianificazione e tutta una minuziosa serie di problemi al fine di stabilire la certezza e la tutela del diritto.
Nel 1796, con l’arrivo delle armate napoleoniche la Valsassina entra a far parte del “dipartimento della montagna” con capoluogo a Lecco e perde la propria autonomia che riacquista solo con la “Restaurazione” dopo il 1814.
Cominciò ad affermarsi l’aspirazione alla libertà e nelle lotte risorgimentali, notevole fu il contributo fornito dai paesi dell’alta Valsassina e dai singoli cittadini.
|