Umberto Adamoli
IL BIMBO DI ORIA
(Dramma in due tempi)


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     ERIO - (finito il canto, commosso) Momenti di epica bellezza, che possono essere sentiti soltanto da chi si trovi a guardare, con animo sereno, dai margini in fiamme, nella profondità misteriosa dell'eternità.
     Dopo di qui andrò ad inginocchiarmi, sugli Altipiani, dinanzi al Sacrario di Asiago, che dovrà essere eterno nella venerazione degli italiani. Santi debbono essere sempre considerati coloro che dettero, nel fior della giovinezza la vita alla patria.

     GIACOMIN - Anche il cuore di persona incolta può essere toccato dalle elevate espressioni. Mi sento davvero commosso dinanzi ai tanti ricordi, alle tante nobili manifestazioni.

     TINO - Io non ho fatto la guerra, non certo per mia colpa, ma ne ho sempre sentita la bellezza da voi or ora ricordata. S'intende di quella prima guerra combattuta per la liberazione, con la forza del valore, del patrio suolo, dal barbaro straniero dominio.


     ERIO - (alla Pina che entra di nuovo in quel momento) Venga, venga Pina, ad inserirsi, di diritto, tra gli attori principali dei vecchi drammi di confine. Brava, brava davvero nel recitare la sua parte.

     PINA - Brava ma un po' ingenua, poiché non potevo mai pensare che sotto le apparenze della colomba si nascondesse, in un attore, la scaltrezza della volpe.

     ERIO - Allora molto bravo, nella finzione, anche tale attore.

     GIACOMIN - E di tutte queste bravure, noi, di retroscena, dovevamo rappresentare le vittime, come scioglimento di dramma.

     TINO - Bene o male, le due parti in lotta cercavano di superarsi negli accorgimenti. I puntigli, i rancori, gli inganni sono orami sanati dal tempo. Una purificazione generale l'ha operato, poi, la guerra. Chiudiamo in letizia, in un banchetto, questa giornata lieta di rievocazioni.


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Umberto