Umberto Adamoli
LA VOCE DELLE CARCERI
(Atto unico)


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     CARLO - Ed egli, come se nulla fosse, vi è tornato, con le sue recidività, per ben quattro volte.

     FRANCESCO - Io, certo, non ci tornerò più.

     CARLO - Anche Pietro diceva così. Invece l'abbiamo visto tornare a soli dieci giorni dalla scarcerazione.

     FRANCESCO - Perché i propositi erano deboli.

     (In questo momento giunge altro detenuto, pure giovane: Michele).


     SCENA TERZA

     CARLO - Michele! Il santo guerriero, vincitore del drago. Dicci un po': come vanno i tuoi amori?

     MICHELE - Quali amori!...

     CARLO - Non fare lo gnorri.

     MICHELE - Da per tutto mettete il naso?

     FRANCESCO - Allora qualche cosa c'è davvero. Di che si tratta?

     MICHELE - Tempo fa riuscii di fare giungere nelle mani d'una nostra collega del padiglione di sinistra, durante la messa, un biglietto, messaggio d'amore, senza però averne avuto risposta. Ecco tutto.


     CARLO - Non per ciò sono cessate, appunto durante la messa, scambi di tenere occhiate.

     FRANCESCO - Magro conforto. Appunto di detenute, ve ne sono due o tre davvero simpatiche. Accidenti ai pregiudizi!...

     MICHELE - (per cambiar discorso) Avete saputo l'ultima novità?

     CARLO - No. Di che cosa si tratta?

     MICHELE - Il Ministro di Grazia e Giustizia, il nostro Ministro, ha istituito gli assistenti carcerari.

     FRANCESCO - Assistenti carcerari?

     MICHELE - Sì e da scegliersi tra le migliori persone del luogo.

     CARLO - Dobbiamo proprio dire che i tempi cambiano. Quali compiti sono stati assegnati a questi assistenti?

     MICHELE - Di portare a noi, dall'esterno, con la voce del mondo, ogni conforto; di assisterci in ogni nostra necessità.


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Umberto