Nel 1947, il vescovo Gilla Vincenzo Gremigni, spinto da filiale devozione, raccolse in un prezioso libro la storia del suo grande predecessore, non solo, ma volle che al suo nome s'innalzasse, in una storica contrada, chiamata proprio del Vescovo, un degno Tempio. Tempio affidato poi al cristiano zelo dei Padri Oblati di M. V., mercè l'opera attiva e appassionata dei quali si riaccendeva in quella contrada, con una più viva fede, la luce delle anime, il fuoco delle alte idealità.
Da questo risveglio di opere, di intenti, di sentimenti è nato il dramma sacro, in cui si riproducono i i momenti più vivi e significativi del Santo di Pagliara e della dolce sorella Colomba.
Dramma sacro, di anime sublimi. Dramma scritto per la nuova festa, in un proprio dolore e con commosso animo, da un devoto figlio.
Teramo, 25 maggio 1952.
UMBERTO ADAMOLI
PERSONAGGI
BERARDO, dei conti di Pagliara
ROBERTO, padre, conte di Pagliara
MONICA, madre
RAINALDO, fratello
COLOMBA, sorella
GIANGIROLAMO, ospite
MATTEO, messaggiero
FEDERICO, amico
ENNIO, amico
MASSIO (gastaldo), amico
LUCILLA, bambina
Crociati, popolani, servitori
Costumi, usi, canti e musica del tempo
Dodicesimo secolo
A T T O P R I M O
Nel castello dei conti di Pagliara, nella Valle Siciliana. Sala bene addobbata. Porte e finestre a destra e a sinistra. Altra porta in fondo. Cade la sera in una calda giornata di maggio. La primavera sfolgora in tutta la sua bellezza.
SCENA PRIMA
(Il conte, d'aspetto nobile e burbero, siede presso un tavolo, guardando una pergamena. La contessa, snella, dal viso delicato e dagli occhi dolci, ricama nelle vicinanze d'una finestra.
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