PRESENTAZIONE
BERARDO Dl PAGLIARA - primo santo aprutino - nacque in un castello che s'ergeva, formidabile, in uno dei luoghi più elevati e pittoreschi dell'ampia vallata Siciliana, ricca di acque, di pascoli, di foreste.
Sin da bambino, tendente alla misticità, ascoltava pensoso i racconti dei cavalieri, che vi giungevano, chiassosi, da ogni parte. Racconti talvolta colmi di gentilezza, di poesia, d'amore; tal'altra torbidi di cattiveria, di irreligiosità, di sangue.
Ascoltava pensoso, e quando si ritirava in solitudine non poteva non fantasticare sul male che turbava il bene. Capiva sin da quei primi anni la tristizia, di cui erano afflitti i viventi: tristizia alla quale, per il suo temperamento, mal s'adattava. Di conseguenza, seguendo le proprie tendenze, ascoltando la voce dei boschi, i consigli dei Padri del vicino convento, lasciava la casa, le promesse, le vanità del mondo, per divenire a Montecassino frate benedettino. Successivamente, ancora giovane di anni, era eletto, per la rigidità dei costumi, per la vasta dottrina, per il profondo spirito di carità, abate del convento di San Giovanni a Venere, a Fossacesia: più tardi Vescovo di Interamnia, risollevando, con la vasta opera cristianamente illuminata, lo spirito depresso dei pretuziani smarriti.
Proclamato dopo la morte, per le angeliche virtù, santo, fu sempre vigile sulle sorti della sua amata città, sempre per essa largo di protezione, generoso di grazie.
Passavano così, in alterne vicende, le generazioni; passavano i secoli, senza che mai Interamnia affievolisse la venerazione per il suo Santo.
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