SCENA SECONDA
BALBINA
(con un senso di compatimento)
Ascolta, ascolta, Patricia. Nel Pretuzio, terra del nostro Nemesio, le donne non escono sole.
PATRICIA
Ma il Pretuzio è in Italia?
NEMESIO
Nel cuore d'Italia, con il suo maestoso Gran Sasso.
PATRICIA
E allora?
NEMESIO
Tali sono gli usi, ai quali la donna di laggiù, se vuole conservare integra la sua reputazione, deve ubbidire.
PATRICIA
Usi barbari. Noi non sopporteremmo queste limitazioni, o una qualsiasi graziosa... guardia ai nostri movimenti.
NEMESIO
Me ne sono reso ben conto. Ognuno vive come può, nelle proprie tradizioni, nella propria educazione.
Noi nomini, d'altra parte, non soffriremmo, nelle nostre donne, tanta libertà.
PATRICIA
E perché? Credete voi che la virtù si tuteli con le porte di ferro? Vana illusione. La donna trova sempre il modo di frangere la torre che la racchiude per ubbidire ai propri istinti buoni o cattivi che siano.
BALBINA
Ma lasciamo andare questi discorsi che nulla mutano nell'ordine delle vicende umane. Diteci piuttosto come sono, nel complesso, queste vostre Vestali.
NEMESIO
Sono generalmente brune, nella purezza della loro origine, dalle forme armoniose e sono guerriere.
BALBINA
Guerriere? Ma se la loro vita, per quanto ho capito, è monacale.
NEMESIO
Ma quando si tratta di difendere dalle offese il proprio onore, la propria casa, come la leonessa il proprio covo, allora è ben altra cosa. Allora abbiamo le gesta gloriose di Cellino, di Poggio Umbricchio, di Civitella, che elevarono le nostre donne alla luce della leggenda.
|