Umberto Adamoli
L'OMBRA CHE VINCE
(Dramma in quattro atti)


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     A Poggio Umbricchio vi era mia madre e con essa anch'io bambino.

     PATRICIA

     Allora anche voi siete eroe.

     NEMESIO

     Ero troppo piccolo per intervenire nella lotta. Non piansi, però, non tremai sotto la pioggia dei proiettili che gli spagnuoli, nel loro mal governo, facevano cadere su di noi.

     BALBINA

     Se non eroe, quasi eroe. Bravo, bravo.

     PATRICIA

     Ma amano queste vostre vestali leonesse?

     NEMESIO

     Se amano? Tutto quanto è sotto l'influsso della luna, pallida amica delle anime che palpitano, arde d'amore: gli uocelli, gli insetti, i fiori, gli uomini. Ritengo però che la bruna del Martese sia, negli affetti e nelle promesse, più salda, più fervida della bionda, nata nella morbidezza della laguna di san Marco. E in fatto d'amore non scherza.

     BALBINA

     Come non scherza...


     NEMESIO

     A sua conclusione o l'altare o... (pausa)

     PATRICIA

     O...

     NEMESIO

     O la tomba. Non vi è via di scampo. Una sola volta le pretuziane amano.

     BALBINA

     Uh... E gli uomini?

     NEMESIO

     Come le donne.

     PATRICIA

     Amori pericolosi, dunque. Noi, invece, nella gioia della giovinezza, giungiamo alla mèta, dopo d'aver volato, come farfalle, di fiore in fiore e d'aver partecipato con il cuore in fiamma, alle feste, ai canti della laguna.

     NEMESIO

     Contenti voi, contenti tutti. Per noi 1a giovinezza, in un composto vivere, deve serbare, checché voi possiate dire, il suo candore, come i fiori conservano il loro profumo.
     Ma parliamo di cose più allegre. Ieri sera assistetti alla festa della Serenata, sul Canal Grande. Vi era, con i lampioncini dai mille colori e con canti, davvero del fantastico.


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Umberto