PATRICIA
Paese di delizie.
BALBINA
Che mi sveglia vaghi desideri.
PATRICIA
Non c'è qualche bandito per noi?
NEMESIO
Piano, piano. Vi ho parlato di ciò che splende nella bella stagione. Non vi ho parlato delle nevi, che d'inverno ammantano i monti, i colli, il piano. Non vi ho parlato degli ululati dei lupi affamati, che gettano io spavento dove passano. Non vi ho parlato delle folgori che sconquassano, nella furia degli uragani, i boschi, le campagne, le case, e del freddo che arresta la vegetazione, gela i fiumi, intorpidisce i sensi.
BALBINA
E se vi fossero altre ragioni a rendere piacevoli i monti, i boschi, gli uragani? Talvolta odo in me strane voci, richiami come se mi giungessero da lontano, come se uscissero non so da quali arcane contrade e mi viene in uggia la laguna e penso, con nostalgia, al paese di mio padre. E penso...
NEMESIO
(interrompendola)
... che a chi è nata e cresciuta in questa laguna, colma di magia, non sarebbe possibile viverne lontano, e vivere come vivono, nella loro austera semplicità, le donne pretuziane. Non è vero Patricia?
PATRICIA
Senza dubbio. Noi non siamo nate per vivere vita monacale. D'altra parte non si riesce mai a comprendere ciò che si nasconde nel cuore della donna, nella sua volubilità e nella sua fermezza, nel suo odio e nel suo amore.
(A questo punto entra la madre di Balbina, Eufrasia, con un uomo bruno, Matteo, di circa sessant'anni.)
SCENA TERZA
EUFRASIA
(rivolta a Matteo)
Ecco il giovane Montecchi, di cui vi ho parlato, della vostra terra.
MATTEO
|