Umberto Adamoli
L'OMBRA CHE VINCE
(Dramma in quattro atti)


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     PAOLA

     Fatto pietoso, ma non riservato soltanto ai ricchi. Anche nelle case dei poveri non manca il pianto della discordia.

     BIBIANA

     È vero anche questo. E ora dove è questo Nemesio?

     PAOLA

     Si dice che sia andato in Dalmazia, per visitarvi la tomba del padre, là sepolto, quindi si recherebbe a Venezia.

     BIBIANA

     A Venezia? Povero giovane.

     PAOLA

     Perchè?

     BIBIANA

     Venezia, come si racconta è come il regno delle fate, dagli incantevoli giardini, dalle offerte maliose: chi vi capita non ne esce più.

     PAOLA

     Ma se Clara è forte, non meno forte è nei propositi il giovane Nemesio.

     BIBIANA

     (guardando verso destra e alzandosi)

     Viene Clara.

     CLARA

     (quando giunge, rivolta a Bibiana)

     Ve ne andate?

     BIBIANA

     È tardi. Debbo poi andare per trovarmi in tempo nella chiesa dei Cappuccini, per il mese di maggio. (Guardando il cielo) Anche questo tempo non mi piace. Il temporale è in aria. Ma tornerò, tornerò presto, Clara, per godere la tua graziosa compagnia.


     PAOLA

     (che pure si alza)

     Allora andiamo ad accompagnare la cara Bibiana sino al cancello.

     (Tutti escono dalla parte di sinistra. Il palcoscenico resta per un momento vuoto.)



     SCENA SECONDA

     CLARA

     (nel rientrare con la zia, poco dopo)

     Ecco l'ora più mesta, cara zia, per l'anima mesta. Dopo il giorno che conforta con la sua luce e le sue armonie, scende la notte a ricordare, con il pianto delle ombre, la fugacità delle umane cose.

     PAOLA

     Ma dopo la notte, come dopo un placido riposo, più bella torna la luce del giorno, come più bello torna il sereno, dopo la tempesta.

     CLARA

     Ma da troppo tempo, con i tanti contrasti, dura la mia notte.


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Umberto