Anche noi, in una maggiore serenità, potevamo dimenticare, come si dimenticano i sogni tristi, l'episodio maledetto e riprendere il dolce cammino.
CLARA
(come toccata nella parte più sensibile dell'animo commosso)
Riprendere il cammino! Caro è l'invito, teneri i pensieri che gettano, sul paesaggio sconvolto, fasci di confortevole luce, ma...
NEMESIO
Ma che cosa...
CLARA
Che le cicatrici delle ferite del cuore, come le cicatrici della carne, rimangono sempre a rammentare il fatto che le produsse. Non ricordi il caso della povera Maria?
NEMESIO
(molto afflitto)
Il confronto non mi lusinga, Clara.
CLARA
Mi è suggerito da una certa esperienza, anche se giovani sono i miei anni.
L'amore suona, generalmente, nella prima giovinezza, con la dolcezza dell'arpa; sfolgora magari più tardi con la magnificenza d'una primavera in festa. Dopo? La primavera sfiora, qualche burrasca guasta qua e là il bel paesaggio e arrivano le delusioni, i rimpianti, le sofferenze. E allora? Allora torna in atto, con la sua asprezza, il caso della povera Maria.
PAOLA
(che ha evidentemente inteso ciò che è stato detto, rientrando)
A me sembra che si esageri su questo episodio che, per quanto maledetto, non ha nulla contaminato.
NEMESIO
Brava donna Paola: umana, saggia è la vostra parola. Non è vero Clara?
CLARA
Pietosa, non saggia, ché, quando tutto si superasse, non mancherebbero i maligni a gettare ombre sulla santità della nostra unione.
NEMESIO
(come confortato da una nuova speranza)
Ma per sfuggire a queste ombre potremmo andare a costituire il nostro nido, come le rondini, lontano, tra altra gente, sotto altro cielo.
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