Umberto Adamoli
TEMPO NUOVO
(Dramma in tre atti)


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     ROBERTO - Non potevo mai credere che Mario, così mite un tempo, deviasse dalla retta via.

     LUCIA - Speriamo che il mondo riacquisti, con il senno, la sua pace).

     (chiesta licenza, si ritira).

     ROBERTO - E' questa tua compagna davvero un angelo.

     PAOLO Non si confonde, certo, con la donna moderna, senza freni.

     ROBERTO - E' uno scandalo. Non è che fossero un tempo tutte monache. Anche le nostre nonne sapevano goder la vita, ma sapevano anche tenere accesa intorno a sè quell'aureola di poesia, quella deliziosa femminilità che le rendeva care e desiderate.

     (La fantesca annuncia la visita di altro amico: Giovanni, che entra senz'altro).

     GIOVANNI - (dopo il rituale saluto, rivolto a Roberto) Non dovevi essere oggi a Milano?

     ROBERTO - Sì, e per cose urgenti. Non sai che c'è sciopero nelle ferrovie?


     GIOVANNI - Ah! E' vero...

     PAOLO Altra delizia del tempo nuovo, come quella della donna, di cui stavamo parlando.

     GIOVANNI - E cioè?

     ROBERTO - Del modo come oggi la donna vive. Facevamo pure un confronto con la donna del passato.

     PAOLO Penoso confronto.

     GIOVANNI - I tempi cambiano, amici, e bisogna seguire i tempi se non si vuol restare l'uomo della caverna.

     ROBERTO - Sicché tu ammetti questo così detto modernismo, che tanto turba l'armonia della famiglia e della società?

     GIOVANNI - Mario - sì... Ché un po' d'aria nuova anche nella donna, che ha poi gli stessi diritti dell'uomo, non guasta.

     PAOLO No, amico. Neppure io sono, su questo argomento, con te d'accordo. Devi ricordare, poiché sei presso a poco della nostra età, con quale venerazione, da giovanetti, guardavamo la donna, che appariva alla nostra fantasia, sotto i fitti veli, come un piccolo mondo, pieno di mistero. Oggi?


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Umberto