Umberto Adamoli
TEMPO NUOVO
(Dramma in tre atti)


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     GIOVANNI - Debbono cadere i misteri che tormentano sempre lo spirito, ansioso di luce. Bando ai pregiudizi.

     ROBERTO - Non sono pregiudizi, caro Giovanni, quei principi che cercano di conservare alla donna i segreti del suo fascino, del suo candore, della sua poesia.

     GIOVANNI - Talvolta, sì, possono esagerare, ma queste esagerazioni non a tutti dispiacciono.

     ROBERTO - Ai don Giovanni, vorreste dire... Appunto, tu ti chiami Giovanni...

     GIOVANNI - E sia. Certo, rido quando ripenso a quel passato, in cui bastava che il vento sollevasse un po' il lembo d'una veste, per offuscare la reputazione d'una donna. Rido quando rivedo, con la mente, d'estate, le nostre nonne al mare, separate sulla spiaggia dagli uomini, imbacuccate, nel farsi il bagno, dai piedi ai capelli, temendo, per pudicizia, persino la carezza morbida delle acque.


     PAOLO E oggi?

     GIOVANNI - Oggi al mare, d'estate, s'intende, ride la vista, si allarga lo spirito, si gode. Si gode nel vedere il sole scherzare con le onde, il vento con la sabbia, i viventi con le acque. Si gode nel vedere, nel lieto frammischiamento, nelle loro nude...

     ROBERTO - Su coraggio, continua... Nude?

     GIOVANNI - Nude proprio no...

     PAOLO Essendo rimasta la pudicizia della foglia di fico.

     ROBERTO - Si va poi diffondendo in queste donne, con le belle chiome recise, argomento un tempo di canto, l'uso di abiti maschili.

     PAOLO Anche nel bacio, che sa di tabacco, la donna ha perduto la delicata fragranza.

     GIOVANNI - Quanto puritanismo!...

     ROBERTO - Mario - la donna, sono certo, rientrerà, con il riacquistato senso, nell'ordine dei sani costumi e della sua vera missione.


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Umberto