FILIPPO - Eppure quei sacrifici danno valore alla vita, come il lavoro dà valore al riposo. L'ozio, in cui vivono i ricchi, alimenta i vizi, debilita la carne, sazia, annulla il vero godimento.
PIETRO - Va, va. Anche tu appartieni alla categoria dei servi pagati.
FILIPPO - Non sapete dire altro a vostra discolpa, nel vostro mal talento. Intanto andate distruggendo l'ordine nella società, la pace nella famiglia, la fede nella patria.
TOMMASO - E gettare lo scompiglio sui mari, nelle campagne, nelle officine. E' finita nei contadini, per colpa vostra, la serena patriarcale vita, fatta di lavoro fecondo, di canti, di danze, di benedizione. E' finito il tempo di quando nelle officine s'univa al canto gioioso della vita, il canto dei macchinari, nell'ansia di ricchezza. Odio vi si manipola oggi, nelle false affermazioni.
PIETRO - Frottole, frottole. I canti saranno ripresi e più belli quando la terra sarà dei contadini, le officine degli operai, le case di coloro che l'abitano.
FILIPPO - E, come in Russia, dei lavoratori saranno le ferree catene della schiavitù, l'oppressione, la miseria.
(Mentre così ragionano giunge una donna, scapigliata, agitata).
DONNA - Siate maledetti, figli della perdizione. Maledetti voi siate: voi che avete rovinato, con le vostre ciance, tante famiglie; che avete rovinata la mia casa, già tanto tranquilla: tutto mi avete rovinato.
FILIPPO - (vedendola sempre più agitata) Calma, calma...
DONNA - Che calma, calma. La misura è colma. Sola sono rimasta con i miei quattro figli: sola, sola, senza più la cura del marito, senza più pace, senza più pane. Maledetti, maledetti.
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