Umberto Adamoli
TEMPO NUOVO
(Dramma in tre atti)


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     FILIPPO - Non sempre però litigano.

     TOMMASO - Certamente no quando si tratta di discutere e di votare leggi a proprio favore. Sono scossi allora dai più vivi sensi d'umanità, di fraterna solidarietà. E si grida: "Evviva il Parlamento!".

     FILIPPO - E si beccano lietamente, dal modesto tesoro statale, fior di quattrini.

     TOMMASO - Una volta invece...

     FILIPPO - Mario - allora viveva ancora la eroica generazione del Risorgimento che tutto aveva dato alla patria: operosità, ricchezza, vita, senza nulla chiedere.

     TOMMASO - Un po' ingenuamente...

     FILIPPO - Così diciamo oggi, nel nostro ottuso egoismo.

     TOMMASO - E la lotta accanita che combattono per giungere a Roma?

     FILIPPO - Ti vuoi riferire ai così detti comizi elettorali, con piena libertà di gesti e di parole?


     TOMMASO - Comizi? Vero teatro.

     FILIPPO - Di burattini, dalle uscite spesso strane, spesso spassose. Vincenzo - si accorre non soltanto per spassarvisi, ma anche per meglio conoscere le falsità, le umane ipocrisie.

     TOMMASO - Come promesse di mari e monti.
     Mario -, come sempre, vi sono anche le eccezioni.

     TOMMASO - Senza dubbio, poiché gli onesti s'incontrano ovunque.

     (Mentre così parlano, giunge dallo stabilimento altro operaio: Pietro).

     PIETRO - (asciugandosi il sudore dal viso ombrato di nero) Maledetto il lavoro! Il nostro lavoro bestiale, s'intende.

     TOMMASO - Benedetto il lavoro, invece, che tiene in movimento i muscoli, sereno lo spirito, lieta la casa.

     PIETRO - E vuoto lo stomaco. Bella serenità quando soltanto a forza di sacrifici si riesce appena a condurre avanti la famiglia.


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Umberto