RENATO - In un baratro andremo a finire, questo è certo, se gli uomini non rinsaviranno.
ALDO - Ma passerà la ventata di follia che oggi oscura il cielo.
RENATO - E questo è per noi di grande conforto.
MARIO - Poveri illusi!
RENATO - (alzandosi) Illusi noi?
ALDO - Calma, calma, fratelli. Il tempo dirà che sono gli illusi. Vi lascio, intanto, amici, con l'augurio che presto torni in questa casa il nobile spirito, con il quale fu dal nulla costruita.
(Accompagnato da Renato alla porta, Aldo se ne va).
MARIO - (rivolto al fratello, con asprezza) Se non la finisci con le tue ciance te la faccio finire io. Ti dovresti vergognare di fare certi discorsi avanti ad estranei. I popoli, e te lo dico ancora una volta, si ribellano e spezzano le catene della schiavitù. Il mondo cammina ed io cammino con il mondo.
RENATO - Tu cammini con il demonio, anima perduta, non più degno di questa casa.
MARIO - Lo so, lo so che sono divenuto qui di fastidio. Me ne andrò. Vedremo chi, nel tempo, finirà d'aver ragione. Noi non dormiamo. Intanto di quel che faremo potremmo dare ai provocatori buoni anticipi.
RENATO - Maledetto! Osi di fare pure ad un fratello delle minacce? Ti hanno abbrutito l'anima. Ma questi pugni...
MARIO - A me?
(prende una sedia in atteggiamento minaccioso. Renato ne prende un'altra. Attirata dal rumore giunge la madre)
LUCIA - Ah! Figli... Figli... Quale maledizione è mai discesa su questa casa! Figli Figli... Figli miei. Voi mi date la morte. La morte voi mi date; la morte.
RENATO - (che ha ascoltato a testa bassa) Non io madre. Non io.
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