Fuori di qui, fuori di casa, figlio indegno e perduto. Fuori, fuori.
MARIO - (che ha perduto ogni rispetto per i genitori, con arroganza) Me ne vado, me ne andrò. Tenetevi con voi il vostro...
PAOLO - (colmo di sdegno) Ah! Sì. Anche con tuo padre tanta insolenza? Ma io...
(Così dicendo gli scaglia contro un vaso che è sul tavolino. Mario, dinanzi all'ira del padre, senza più rispondere, s'affretta ad uscire)
Va in perdizione, figlio maledetto.
LUCIA - No, no Paolo... Anche lui è nostro figlio.
PAOLO - Sì, ma dinanzi a certi fatti cessano i vincoli anche più sacri.
LUCIA - (continua a ripetere con desolazione) E' nostro figlio. E' nostro figlio...
RENATO - (che ascolta mortificato) Povera mamma!...
SILVIA - (che entra tutta agitata) Che accade in questa casa senza più pace? Mario, sbattendo la porta, è uscito gridando: "Me ne vado. Me ne vado".
LUCIA - (sempre più desolata scompare, gridando) Mario... Mario...
SILVIA - (che le corre dietro) Mamma... Mamma...
RENATO - (alludendo al fratello) Ma dove andrà?
PAOLO - (agitatissimo, andando su e giù per il salottino) Vada all'inferno, da dove è venuto. Non è costui dei nostri.
(La fantesca annunzia la visita d'un amico d'infanzia: Francesco. Renato s'allontana).
SCENA SECONDA
PAOLO - (nascondendo l'agitazione, gli va incontro con molta cordialità) Vieni, vieni Francesco. La tua visita, che mi ricorda tante cose liete, mi è sempre cara. Oggi più che mai.
FRANCESCO - (vestito di panni ruvidi, tra l'operaio e il contadino, avanzando) Bei giorni anche se allora non se ne capisse la bellezza. Quanto tempo è trascorso, inutilmente per me. Sono quel che ero, ma non un mucchio di anni sulle spalle. Tu invece...
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