FRANCESCO - Come si vede, nessuno è mai contento a questo mondo
(Rientra a questo punto Lucia. I due si alzano)
PAOLO - (rivolto a Lucia) L'amico Francesco, trovandosi in città, è venuto a farci una visita. Abbiamo parlato, come sempre, del nostro passato.
FRANCESCO - (confuso e rispettoso, inchinandosi) Don Paolo è sempre buono con me.
PAOLO - Che c'entra questo don Paolo...
FRANCESCO - Non vorrei che la signora... Io sono un povero operaio.
PAOLO - Ed io lo fui. Non rinnego la mia origine.
LUCIA - E questo atto di grande umiltà mi rende sempre più caro il mio Paolo e care mi sono le persone che vissero con lui nei suoi primi anni.
FRANCESCO - Come è buona! Tante signore cercano, invece, di nascondere, quando sono modeste, le origini dei loro mariti. E anche tanti uomini, inalzatisi un po' si vergognano di rivelare il ceppo modesto, dal quale discendono.
LUCIA - Debolezze umane, che angustiano, ai saliti, la vita.
FRANCESCO - Meglio, quindi, talvolta, per la tranquillità, rimaner nel basso e addormentare i travagli nelle festicciuole, sempre care, e in un buon bicchiere di vino.
PAOLO - Appunto di vino, vuoi rimanere oggi a colazione con noi?
FRANCESCO - Oggi non posso. Oggi debbo andare, dovendo sbrigare in città ancora altre faccende, per ripartire con il treno di mezzogiorno. Quando vieni a rivedere, con la signora, i luoghi dei nostri giuochi infantili?
PAOLO - Presto. Mi è sempre caro il luogo dove nacqui, che è sempre colmo di tenere memorie, sempre misticamente bello.
(Compiuti gli atti di congedo, Francesco se ne va)..
|