PAOLO - Povero Francesco! Ha conservato la semplicità, la bontà, l'ingenuità di quando era ragazzo.
SILVIA - (che rientra con un giornale in mano, turbata) Che ne sarà di Stefano?
LUCIA - (ansiosa) Che è accaduto...
SILVIA - Vi è la rivoluzione in Polonia.
LUCIA - Rivoluzione?
PAOLO - (che ha preso e guarda nel giornale) Sì, sì, rivoluzione. Povero popolo! Che cosa potrà mai fare contro il colosso, dal quale è oppresso?
(Continuando a guardare nel giornale)
Ma anche l'Ungheria si muove.
(Mentre parlano giungono dalla strada grida e canti).
PAOLO - (che va alla finestra, dopo poco esclama): Beata giovinezza! Gli studenti acclamano, in istrada, i due eroici popoli. Quando si muovono i giovani, nella limpidezza del loro sentire, segno è che la causa è santa, sicura la vittoria.
RENATO - (che rientra festoso) La rivolta degli oppressi è in atto. Evviva l'Ungheria!
TUTTI - Evviva...!
FINE DEL PRIMO QUADRO
QUADRO SECONDO
SCENA TERZA
(Con gli stessi personaggi del primo quadro, più Milena, profuga polacca).
PAOLO - La vostra parola ci tocca il cuore. Continuate, continuate nel racconto, cara signorina.
MILENA - (giovane donna, di tipo nordico, bionda, studentessa universitaria) Gli studenti, come in tutte le insurrezioni patriottiche, scesero per primi ad accendere, in piazza, l'incendio, che non tardava a propagarsi in tutta Varsavia e in altre contrade. Grida, canti, entusiasmo nell'ansia di libertà. Tutta la città, con le bandiere al vento, pareva schierata al nostro fianco. Le forze di polizia sembrava che si compiacessero di quel movimento. Stefano, mio fratello, che era con noi, portava nella rivolta quello spirito eroico temprato nella guerra contro i tedeschi.
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