Umberto Adamoli
VEGLIA AL CONFINE
(Dramma in quattro atti)


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     L'altro giorno il vecchio Gentilini, già fiamma gialla, che era alla pesca, mi spiegava il modo di prendere la tinca, pesce astuto: modo che andrebbe bene per i contrabbandieri.

     BRIGADIERE - Sarebbe?

     APPUNTATO - Ecco. Per un mese, secondo il Gentilini, si doveva gettare, in un dato punto del lago, abbondante esca. La tinca, che vi giungeva, guardinga, le girava attorno: s'avvicinava come se la fiutasse; con un guizzo s'allontanava; vi tornava: l'abbandonava. Così il giorno dopo e per molti giorni. Quando finalmente tutte le diffidenze parevano vinte e mangiava, scendeva la lenza e la tinca era presa.

     BRIGADIERE - Ma i contrabbandieri non sono tinche.

     APPUNTATO - No. Noi dovremmo essere le tinche; la Pina, che spesso viene a trovarla, l'esca. Bisognerebbe solo saper ritorcere, con spregiudicata abilità, questa esca ai loro danni.


     BRIGADIERE - Con l'aiuto della Pina?

     APPUNTATO - Già, della Pina, che dimostra per lei viva simpatia.

     BRIGADIERE - Ne diffido. La Pina mi circuisce forse per far dispetto all'Anita; forse per indurmi a qualche atto di debolezza. Ha uno sguardo che non mi piace. Talvolta mi fa certi discorsi... Ma lasciamo andare.

     APPUNTATO - (che guarda col binocolo in basso) Eccola laggiù che sale, ma non è sola. E' in compagnia di Tonio... almeno mi pare.

     BRIGADIERE - Tonio? Non inferiore al Cecchin negli intrighi e nell'audacia. Uomo pericoloso e quando gira bisogna chiudere le porte, ossia rafforzare la vigilanza al confine.

     APPUNTATO - (guardando anche lui) Ma ecco che si separano. La Pina viene su da sola. Qualche imbroglio le è stato affidato. Il dramma incomincia.


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Umberto