Umberto Adamoli
VEGLIA AL CONFINE
(Dramma in quattro atti)


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     BRIGADIERE - Davvero. Si scrivono, spesso, con torbido animo, tante sciocchezze per il teatro e nessuno ha mai pensato, almeno che io sappia, di portare sulla scena il dramma che si vive tra queste montagne e che rappresenta, nei più vivi contrasti, le ansie, i tormenti, le passioni umane.

     APPUNTATO - Lo scriva lei.

     BRIGADIERE - Così i sacerdoti di Minerva, gelosissimi del loro santuario, mi lapiderebbero.

     APPUNTATO - Ma una delle attrici del dramma s'avvicina. La scena che segue è per due sole persone. Si ricordi che gli applausi più forti vanno a chi è il più bravo nel giuoco delle finzioni. (Esce)


     SCENA SECONDA

     PINA -(che intanto è giunta; ragazza vivace, sui venticinque anni, piena di vita, con gerla sulle spalle) Sono sempre qui loro, in questa loro vitaccia.


     BRIGADIERE - Questo è il nostro destino, cara Pina. Ma il caso non è poi tanto disperato, ché nostri sono i boschi, ricchi di silenzio e nostri fedeli amici le volpi, i camosci, le aquile che vi abitano.

     PINA - Sì, ma ciò non toglie che la loro vita non sia piena di disagio, di sofferenze, di pericoli. Io non la farei per tutto l'oro del mondo.

     BRIGADIERE - Perché a lei, nata qui, sfugge la bellezza di questa solitudine, illuminata spesso e confortata da ninfe, graziose come lei.

     PINA - Lei mi vuol canzonare. Io non sono che una povera donna, sperduta nel buio.

     BRIGADIERE - Non vi è buio per la giovinezza. La giovinezza è come un astro che risplende di luce propria, e lei è giovane.

     PINA - Con la mia gerla e il mio lavoro.

     BRIGADIERE - Appunto, dove è diretta a quest'ora?


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Umberto