TONIO - Non bisogna mai disperare. L'importante è ora di provvedere al suo trasporto a San Mamette, senza perdere altro tempo. (Rivolto ai due finanzieri) Andiamo a cercare robusti rami per improvvisare una barella. (Escono)
APPUNTATO - (che è rimasto, avvicinandosi premuroso al brigadiere) Soffre, brigadiere?
BRIGADIERE - Molto e non soltanto nel fisico. Debbo dare un addio, mio caro appuntato, alla mia giovinezza, spezzata con la mia gamba.
APPUNTATO - Ma non lo dobbiamo neppure pensare. Nulla ad ogni modo possiamo dire sulla gravità della sua ferita.
BRIGADIERE - (che parla accorato) Molti ne gioiranno.
APPUNTATO - Forse anche una persona che le vuol bene.
BRIGADIERE - L'Anita?
APPUNTATO - Perché no? Dal suo congedo potrebbe il suo cuore riaprirsi alla speranza. Ma lei resterà con noi. Guarirà.
BRIGADIERE - Non vedo la Pina...
APPUNTATO - Sarà fuggita, nel suo malanno. Credeva di giocare, la disgraziata, ed è stata giocata.
BRIGADIERE - E i contrabbandieri, nel doppio gioco, crederanno di essere stati da lei traditi. Guai non glie ne mancheranno.
APPUNTATO - E le sta bene.
BRIGADIERE - Ma io non comprendo perché il Tonio non sia fuggito con gli altri.
APPUNTATO - Avrà ritenuto inutile la fuga, una volta che era stato riconosciuto.
BRIGADIERE - E il suo zelo nel trarmi dalla neve?
APPUNTATO - Già. Anche a Seghebbia accorse tra i primi.
BRIGADIERE - E così lo spirito, caro appuntato, è in piena tempesta.
APPUNTATO - Non comprendo, brigadiere.
BRIGADIERE - L'alternativa è dolorosa. Che fare?
APPUNTATO - (che ha capito l'angustia) Il nostro dovere.
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