Umberto Adamoli
VEGLIA AL CONFINE
(Dramma in quattro atti)


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     BRIGADIERE - Quale?

     APPUNTATO - Di soldati.

     BRIGADIERE - Quello di condurre in caserma e in catena Tonio?

     APPUNTATO - Mi pare. Non c'è altro da fare. Domani giungerà a noi, a lei in modo particolare, l'alto superiore elogio.

     BRIGADIERE - Talvolta il dovere, tanto esaltato, entra in aspra lotta con quell'altra parte sensibilissima dell'anima che si chiama coscienza, gratitudine. Trascinare in catena un uomo che ti ha tolto, con suo pericolo, dall'artiglio della morte?
     L'elogio, che molto alletta, blandisce lo spirito per un giorno; il rimorso lo tortura per la vita.

     APPUNTATO - Potrei comprendere queste considerazioni, brigadiere, qualora si trattasse soltanto d'interessi privati; qui invece c'entrano gli interessi dello Stato. La giustizia deve avere il suo corso. Nel caso contrario ci renderemmo, tradendo la nostra missione, spergiuri.


     BRIGADIERE - Poteva il Tonio lasciarmi nella neve!

     APPUNTATO - E sua madre?

     BRIGADIERE - Già, mia madre! (All'appuntato che ha messo fuori le catene) Che fai?

     APPUNTATO - Preparo...

     BRIGADIERE - Aspetta...

     (A questo punto rientrano Tonio e i due finanzieri con una specie di barella)

     TONIO - (tranquillo più che mai) Volere è potere. Su, brigadiere, tra non molto sarà nelle calde corsie dell'Ospedale di San Mamette, colme dei canti di Natale.

     (Intanto il brigadiere è collocato sulla barella improvvisata)

     BRIGADIERE - Ma forte soffia la bufera. (Si deve vedere in fondo movimento di vento e di neve)

     TONIO - Che la forza dell'uomo saprà ancora vincere. Comunque il mio dovere, nei principi cristiani, è stato compiuto. Il resto a voi.


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Umberto