Umberto Adamoli
VEGLIA AL CONFINE
(Dramma in quattro atti)


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     PINA - (come destandosi, e alzandosi) Caro Signor è tardi. Debbo andare. (Rimettendosi la gerla sulle spalle) Allora?

     BRIGADIERE - L'accompagno per un tratto. (Escono. S'ode ancora qualche suono lontano di campane, qualche grido di allocco, qualche altro richiamo. Nel rientrare in scena) "E allora?" Un accidenti allora. Sono davvero pericolose queste donne che con le moine, le carezze, il fascino sanno tendere la rosea rete che nasconde il veleno, la rovina... Vedremo, Pina, chi la vincerà.


     SCENA TERZA

     APPUNTATO - (che è tornato) Ebbene?

     BRIGADIERE - Non s'accontentano questi manigoldi di frodare, voglio anche corrompere e la Pina, con la sua procace esuberanza, ne è l'anima dannata. Mi ci ha voluto la forza di S. Antonio questa sera per uscirne salvo. Non l'esca, ma una grossa trappola ci vorrebbe, come quella per i lupi, per rispondere degnamente alle infami insidie.


     APPUNTATO - Che aspetta? Non mi spiego, brigadiere, le sue titubanze dinanzi a questi malefici tentativi. Fingere, fingere e operare senza scrupoli contro questi maledetti.

     BRIGADIERE - Ecco il punto difficile. Non sono fatto, ripeto, per gli inganni, anche se diretti contro i malvagi.

     APPUNTATO - Allora le debbo dire, e scusi la mia franchezza, che ha sbagliato carriera. Si ricordi che il fine, secondo l'antica saggezza, giustifica sempre il mezzo.

     BRIGADIERE - Credevo che tutto qui fosse puro come l'aria, come l'acqua, come le nevi che ammantano le cime... Invece anche qui...

     APPUNTATO - (interrompendolo) Tutto il mondo è paese. Bene e male ovunque.


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Umberto