Diana Ridolfi, la vedova di Giovanni, dopo la morte di questi avvenuta nel 1893, avendo raccolto le sostanze del marito, intraprese nel centro della città analoga attività. Come risulta dalla denuncia di successione (Diana muore nel 1911) il negozio di ferramenta era ubicato presso la sua casa di abitazione, confinante con Largo delle Orfane e Via delle Orfane.
Il negozio della Ridolfi fu ereditato dalla figlia Annunziata e venne riaperto nel 1913 con la denominazione di “G. & F. Fratelli Adamoli”, dopo il matrimonio di quest'ultima con il cugino Federico. L'attività di Federico fu condotta in società con il fratello Giuseppe, quando questi dopo molti anni rientrò in Italia dall'Argentina (1). Il negozio dei due fratelli era inizialmente ubicato in Via del Tribunale 22 (all'angolo di palazzo Delfico) e fu trasferito successivamente in Corso Trivio (l'odierno corso Cerulli) ai numeri 28-30 (poi 24-26). Oltre agli uffici e il negozio di vendita la ferramenta disponeva di un deposito sito in Largo Porta Reale 14-18.
Carta intestata della Ditta “G. & F. Fratelli Adamoli'
Alla morte di Giuseppe, avvenuta nel 1932, la gestione del negozio venne proseguita da Federico, mentre due dei figli di Giuseppe, Alfredo e Altobrando, aprirono un altro negozio, sempre in Corso Cerulli (ai numeri 39-41), con la denominazione “A. & A. Fratelli Adamoli fu Giuseppe”.
Quando Federico morì nel 1946 il figlio Giovanni rilevò la licenza, e coadiuvato dalle sorelle Concetta, Italia e Fernanda (i quattro fratelli avevano già tutti avviata l'attività nel campo dell'insegnamento), proseguì fino al 1960, più per ragioni affettive, nella gestione della ferramenta. In questo anno l'attività, che aveva conservato la denominazione di “Ferramenta Federico Adamoli”, cessò definitivamente (2).
Da questo anno rimase in attività la sola ferramenta di Alfredo e Altobrando, la cui gestione proseguì sino alla morte di Alfredo, avvenuta nel 1995.
(1) Giuseppe aveva gestito a Buenos Aires con il nome di José Adamoli una “Cigarreria Libreria y Fugueteria” in Via Ecuador 454.
(2) Al momento della chiusura nella ferramenta risultavano impiegati Livio Corso e Nicola Di Giovanni.
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