Federico Adamoli
CRONACA DI UN RAMAIO TERAMANO


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     L’analisi del copialettere, in discreto stato di conservazione, è stata preceduta dalla trascrizione integrale del migliaio di lettere (i cosiddetti cartolini) contenute nel voluminoso registro, la cui leggibilità è risultata spesso problematica a causa della scrittura fitta e minuta, oltre alla circostanza che l'italiano del ramaio è alquanto incerto e sgrammaticato, e talvolta condito di oscure espressioni dialettali; da questo lavoro è risultato un ampio ventaglio di informazioni che mettono in luce gli aspetti e le problematiche del commerciante di rame.
     I cartolini infatti scandiscono letteralmente i tempi della vita aziendale e rappresentano lo strumento fondamentale per tessere la fitta rete di contatti con clienti e fornitori, risultando all’occorrenza anche un efficace strumento di verifica nei casi controversi; il commerciante teramano con pignoleria ne sottolinea l'importanza ad un cliente: «io sono di un sistema che voglio le cose regolare. Così non si fa mai errore quando si scrive regolare. Il tutto serve per confrontare quando si fanno i conti, a caso di qualche equivoco che si incontrasse».

     La corrispondenza che viaggia tramite i carrettieri locali e la posta (10) descrive la cronaca precisa di quasi due anni di vita aziendale, che presenta anche aspetti insoliti e curiosi, e restituisce alcune notizie attinenti la vita familiare, come malattie, lutti e matrimoni.
     Si apprendono particolari sull’organizzazione e la tecnica di lavoro adottate nella rameria, dove gran parte degli utensili (come marmitte, casseruole, pignate, tegge e coconi) sono lavorati con la tecnica del martello e non più al tornio, un tipo di lavorazione che intorno al 1890 non viene più eseguita nell'ambito provinciale ed extra-provinciale.

(10) Capitano a volte nella corrispondenza valori bollati lavati, cioè francobolli già annullati e ripuliti in maniera fraudolenta: in questi casi l’ufficiale di posta oltre ad esigere il pagamento della corrispondenza da parte del destinatario, possedeva l’autorità per ingiungere al destinatario stesso l’apertura della posta, al fine di accertare la firma del mittente, al quale veniva elevata una sanzione amministrativa.


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Federico Adamoli