Le visioni sono accese dal cielo, nella mente, nell'anima di coloro che vivono in santità.
Ma chi c'era in quell'urna?
FRANCESCO
(come inspirato)
L'Angelo del Gran Sasso.
(S'ode una musica dolcissima, che sale dalla strada. Rimangono i due in ascolto)
PACIFICA
(come in un risveglio)
L'Angelo del Gran Sasso!
(La musica continua, mentre)
CALA LA TELA
A T T O Q U A R T O
QUADRO PRIMO
SCENA PRIMA
Nella stessa sala degli atti precedenti. Francesco e Pacifica sono in conversazione.
FRANCESCO
Ecco, giunto l'ultimo giorno di schiavitù alle terrene debolezze. Questa sera il sole tramonterà sulla mia vita, già avida di piaceri, per risorgere domattina a illuminare la via d'un penitente, avido di tormenti, in cammino verso il luogo della sua espiazione.
Io non so se i pochi anni che dovrò ancora vivere siano sufficienti alla mia redenzione. Molto questo dubbio m'affligge. Ma voglio chiudere, a maggiore mortificazione, la mia vita del secolo come la vissi. Tra poco, come sapete, vi sarà accademia nel collegio dei padri Gesuiti. Io ne sarò, come al solito, protagonista. Come mi sono vestito, con il vostro amorevole aiuto, con particolare cura, così, in una particolare festosità, vorrò essere perfetto in ogni atto, in ogni movenza, in ogni manifestazione. L'addio al mondo dovrà essere degno della vanità, alla quale questa sera darò degna sepoltura.
PACIFICA
Non so che dirti, figliuolo. E' sempre il Signore padrone delle nostre azioni. Domani, però, il cuore d'un padre sventurato sarà inondato di nuove lagrime, questa casa avvolta di nuove ombre. Ne sarà partito per sempre colui che, con la gioiosa giovinezza, ne teneva accesa la luce, aperto il cuore alla speranza.
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