Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     PACIFICA
     E si può sapere in che modo?

     MARIA LUISA
     Con la violenza?

     FRANCESCO
     Certamente.

     PACIFICA
     Volevo ben dire!

     MARIA LUISA
     Su ciò, appunto, non andiamo d'accordo. Più che con l'asprezza, si educa con la buona parola.

     FRANCESCO
     Può darsi. I fatti, però, possono non confermare la regola. Andiamo ai fatti. Tornavo, giorni addietro, verso il tramonto, dai campi. A un certo punto, tre o quattro sfaccendati, incominciarono a lanciare verso di me, forse pel modo come vestivo, frizzi e sassi. L'ora mesta e il suono dell'Avemaria mi spingevano, questa volta, a usare bontà. Ma quando volli far comprendere a quei signori, con il più garbato dei modi, che quanto facevano non era onesto, ai frizzi s'univano le beffe e il clamore.
     Più che tutte le buone parole, provvide a darmi ragione un vicino mucchio di sassi.


     MARIA LUISA
     E se ti trovassi dinanzi a una forte reazione?

     PACIFICA
     Per l'amor del cielo, che paura!

     FRANCESCO
     Mai paura. Tempo fa, in uno dei rioni di Spoleto, incontrai un gruppo di turbolenti. Vi riconobbi una vecchia non simpatica figura. Proprio costui, sostenuto dagli altri, si fece avanti, per rivolgermi brutte parole. Il caso si presentava, questa volta, davvero serio. Se, secondo il mio costume, reagivo, mi poteva andar male; se non reagivo, alle beffe si sarebbero unite pure le busse.
     Fatti più arditi dalla mia... longanimità, a un tratto, mi circondarono...
     (Pausa)

     MARIA LUISA
     (che seguiva il racconto con ansia)
     E poi?

     FRANCESCO
     E poi, mi dovevo difendere, senza tremare.

     PACIFICA
     (pure lei scossa da ansia)


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Umberto