Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     Francamente anch'io ammiro la politica del Piemonte e se domani decidesse di unire l'Italia sotto lo scettro dei Savoia, darei tutto il mio appoggio...

     SANTE
     Bel sogno l'unità d'Italia... Ma come realizzarla?... Con la guerra, le congiure, le rivoluzioni.


     EVASIO
     Capisco. E' inevitabile la guerra e le conseguenze peggiori sono sempre per il popolo; ma certi mali, apportatori di bene, bisogna accettarli senza lamenti. Torna il sereno e chi vive raccoglierà i frutti di chi non è più.

     SANTE
     Non divido, forse perché magistrato e legato da giuramento alle leggi dello Stato Pontificio, le vostre idee politiche. Congiure, rivoluzioni, guerre sono calamità sempre da evitare. Penso, quindi, che se l'Unità nazionale si dovesse fare dal Piemonte, con la violenza, il suo Re non rimarrebbe a lungo a capo del nuovo Stato.


     MAUSILIO
     E io invece sono sicuro che i Savoia si affermeranno sul trono e l'Italia ritornerà una grande potenza e l'Europa e il mondo dovranno prendere lezioni di civiltà e di convivenza da noi Italiani.
     Ma sarà meglio che passiamo ad altro...

     (Si alzano, si muovono e, tutti conversando, se ne escono dalla parte sinistra)


     SCENA TERZA

     (Poco dopo, dalla destra, entrano pure chiacchierando, Francesco con l'amico e compagno di scuola marchesino Pietro Parenzi. Vanno a sedere)

     FRANCESCO
     Sì, amico, bella è la giovinezza, ma fugge, fugge, senza arrestarsi un attimo.

     PARENZI
     Fugge davvero. E' di ieri la nostra fanciullezza. Abbiamo già varcata l'adolescenza e stiamo per entrare, con le nostre diciassette primavere, nella sospirata giovinezza. Non ci possiamo, però, proprio lagnare della vita. A scuola si va bene; in famiglia siamo vezzeggiati; le coetanee rivolgono già su di noi i loro sguardi pensosi.


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Umberto