Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     Sì, ma Michele è più grande di te e fuma col permesso del babbo.

     FRANCESCO
     Non sta bene? Non fumerò più.
     (riprende il motivo interrotto)
     «Quant'è bella giovinezza
     Che si fugge tuttavia!...».

     MARIA LUISA
     (tutta buona)
     Sempre allegro...

     FRANCESCO
     (che ha dimenticato gli scrupoli)
     «Chi vuol esser lieto sia».
     Ballo questa sera in casa del conte Giovannetti: sono venuti apposta ad invitarmi. Io non potrò mancare. Vieni anche tu?

     MARIA LUISA
     (lo guarda intensamente)
     Lascia questo tasto Checchino... quando ti convincerai che il tempo dato ai divertimenti è sprecato?...

     FRANCESCO
     Non hai tutti i torti... ma il mondo è fatto così e bisogna prenderlo come è... Piuttosto farò ancora bella figura?

     MARIA LUISA
     Sta tranquillo che la figura la farai sempre bella con qualche poesia recitata, come sai far tu!...


     FRANCESCO
     Grazie! Mi hai messo sulla buona via. Ma che reciterò?
     (Resta un po' raccolto. Dopo)
     Ho trovato. Questa sera chiamerò in mio soccorso il dolce cantore di Laura, grande non meno di Orazio.
     I suoi canti, nelle celestiali amorose visioni, sono come una pioggia musicale di fiori.
     Ne vuoi ascoltare qualcuno? Siedi.
     (Le porge una sedia e s'inchina con grazia dinanzi alla sorella, la quale, chinando il capo, risponde con uguale grazia. Quindi)
     «Qual fior cadeva sul lembo,
     Qual su le treccie bionde,
     ch' oro forbito e perle
     Eran quel dì a vederle;
     Qual si posava in terra, e qual su l'onde;
     Qual con un vago errore
     Girando, parea dir: Qui regna Amore».
     Quanta deliziosa armonia! Basta il saggio; lungo è il canto. Bella è, sorella, con la poesia, la giovinezza.


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Umberto