Umberto Adamoli
L'ANGELO DEL GRAN SASSO
(Dramma storico in quattro atti)


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     MARIA LUISA
     Senza dubbio. Bella come un mattino sereno d'aprile, se però si sa viverla in bellezza.

     FRANCESCO
     Non vivo forse io bene?
     (Pausa)
     No, non vivo bene e tu me l'hai detto, sorella. Ma la Madonnina Addolorata, alla quale innalzo preghiere e offro fiori, mi aiuterà a vincere le umane debolezze.
     Cercherò, cercherò, sorella, per la tua pace e per la mia salvezza, di divenire migliore.

     MARIA LUISA
     (andando verso il ritratto della mamma, seguita da Francesco)
     Chi ha la religione nel cuore, come l'aveva la mamma e come l'hai tu, non può, fratello, non essere buono nella vita temporanea, per conquistare la vita eterna.

     (Rimangono raccolti dinanzi al quadro della mamma)

     CALA LA TELA


     A T T O S E C O N D O

     SCENA PRIMA

     Nella sala del primo atto. Sante Possenti, padre di Francesco, parla con un amico del primo tempo, giunto a visitarlo. Sono seduti, presso un tavolo.


     SANTE
     (Come se continuasse, nell'alzare il sipario, in un discorso già iniziato)
     E si, sì, amico. A considerare bene la vita non si può non giungere a conclusioni tutt'altro per essa favorevoli. Più che il riso, lamenti, sospiri e pianto dominano ovunque, che ben giustificano la parola del Saggio, con la quale afferma che ogni cosa al mondo è vanità, tormento dello spirito.
     Ma il tempo che provvede alla liberazione degli affanni, per fortuna, cammina. Anche per noi, amico, ha camminato.

     MAUSILIO
     E come ha camminato! Ricordo quando a Terni, ragazzi, d'estate, ci tuffavamo, beati, nelle fresche acque del Nera, e rincorrevamo lungo il fiume le libellule. Ricordo quando salivamo i colli coperti d'ulivi, in cerca di nidi e di cicale, e quando penetravamo, quasi timidi, nei boschi colmi di ombre, di silenzio, di mistero.


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Umberto